Poetessa e artista verbo-visiva, Mirella Bentivoglio nasce a Klagenfurt (Austria) il 28 marzo del 1922, da genitori italiani, Margherita Cavalli e lo scienziato Ernesto Bertarelli. Riceve un’educazione multilinguistica, studiando nella Svizzera tedesca e in Inghilterra (consegue Diplomi di Proficiency in English nelle Università di Sheffield e Cambridge). Nel 1949 sposa il docente universitario di Diritto Internazionale Ludovico Matteo Bentivoglio, di cui adotta il cognome.
Autrice, nella prima giovinezza, sia di pitture a olio sia di libri di poesie in italiano e in inglese (editi da Scheiwiller e Vallecchi, e recensiti da critici quali Giorgio Caproni, Italo Defeo e Mario Praz), esprime in seguito il suo interesse per l’uso congiunto del linguaggio verbale e dell’immagine legandosi ai movimenti verbo-visivi delle neoavanguardie artistiche internazionali della seconda metà del ventesimo secolo, diventandone una protagonista.
Consegue per titoli, nel 1968, l’idoneità all’insegnamento di Estetica e Storia dell’Arte nelle Accademie italiane. Usufruisce di borse di studio e di ricerca presso il Salzburg Seminar for American Studies (1958) e il Getty Institute di Los Angeles (1997).
Dalla pratica della Poesia Concreta, della Poesia Visiva e della Scrittura Visuale, che hanno segnato il suo ingresso nella sfera delle nuove sperimentazioni, passa, dagli anni Sessanta in poi, a una personale forma di poesia-oggetto. Via via, negli anni Settanta e oltre, esplora i linguaggi della performance, della poesia-azione e della poesia-environment, allestendo grandi strutture simboliche di matrice linguistica sul suolo pubblico (tra cui il celebre Ovo di Gubbio).
Centrale e pluriennale è stato il suo lavoro sui libri-oggetto.
Ha avuto un ruolo decisivo e illuminante nel campo dell’arte contemporanea anche come animatrice e curatrice di esposizioni dedicate all’arte femminile. In particolare cura e realizza, per la 37esima Biennale di Venezia (1978), la mostra Materializzazione del linguaggio ai Magazzini del Sale, che accoglie esclusivamente opere di artiste donne, e che rappresenta a tutt’oggi un unicum emblematico del lavoro delle artiste di quegli anni, intenzionate a rivendicare un loro ben definito spazio creativo “al femminile” nella seconda metà del Novecento.
A Mirella Bentivoglio sono stati assegnati numerosi premi sia per la sua attività poetico e artistica, sia per quella critica e organizzativa.
Nel 2011 ha donato la sua ricca collezione-archivio di arte al femminile, raccolta in anni di forte impegno anche come curatrice di mostre, al “Mart” (Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto).
Muore a Roma nella primavera del 2017. A un anno dalla scomparsa, si è tenuta una giornata di commemorazione in suo onore alla Biblioteca Nazionale Centrale Vittorio Emanuele di Roma, che ha presentato il fondo a lei intitolato (donato alla Biblioteca dalle sue tre figlie, Marina, Leonetta e Ilaria). Contiene volumi, cataloghi di mostre e svariati materiali della sua vasta biblioteca-archivio.