Nasce a Durazzo nel dicembre 1970. Figlio d’arte, trascorre la sua infanzia nello studio del padre Sali dal quale eredita una forte passion per le fine arts, ma soppratutto per la scultura. Mentre inizia a frequentare l’Accademia delle Belle Arti di Tirana, decide di trasferirsi in Italia. Nel 1998, grazie ad una borsa di studio, ha la possibilità di frequentare la Kingston University di Londra e migliorare così le sue tecniche d’incisione, scultura e fotografia. Nel febbraio 1999, si laurea all’Accademia delle Belle Arti di Milano, Brera. Conosciuto nell’ambito accademico per il suo stile, sperimenta e realizza opere e sculture in acciaio inox con una tecnica innovativa. I suoi lavori continuano ad avere un ruolo importante nell’arena internazionale dell’arte. Innumerevoli sono le sue esposizioni in Italia ed all’estero (America, Dubai, Germania, Francia, Austria, Russia, Inghilterra, Princ. di Monaco, Svizzera etc). Numerose sono le opere pubbliche e monumentali realizzate. L’arte di Helidon Xhixha rappresenta al tempo stesso un punto di continuità e di svolta nello scenario artistico internazionale. La tecnica adottata, la scelta dei materiali e il linguaggio plastico che sempre più ha assunto connotati di originalità fanno di questo giovane scultore tanto un prosecutore della grande tradizione del secondo 900 – quella che da Richard Serra porta fino ad Anish Kapoor – quanto un infaticabile ricercatore e innovatore. “I Trè Monoliti”, Montanstahl Stabio, Svizzera. La durezza e la resistenza dell’acciaio sono modellate attraverso piegature, estroflessioni e segni che alludono a un gioco tramite il quale l’artista si confronta con la sfida più ardua: dare forma alla luce attraverso il depositarsi continuo di piccole impronte che vanno a comporre l’opera. Modellando la materia, l’artista esalta il cangiante riverbero dell’acciaio che, magicamente, si fa sorgente di luce. “Io non scolpisco i materiali ma uso i materiali per scolpire la luce”. In effetti sembra proprio che il principale scopo dell’artista sia quello di far scaturire la luce (in tutta la sua dimensione vitale e simbolica) dalla materia. Non a caso tutti i suoi lavori con le lastre metalliche hanno come titoli Energia oppure Luce. L’artista prefigura sulla lastra d’acciaio ancora vergine, immune dall’impatto traumatico del maglio, un certo gioco plastico, un alternarsi di concavità e convessità, di luci e ombre, pieni e vuoti. Attraverso l’interiore consapevolezza di un’assoluta padronanza tecnica retrocede e lascia alla ribalta, in primo piano, una creatività sorgiva e disinvolta, spontanea ed elegante. Le sculture progettate e realizzate da Helidon Xhixha per spazi pubblici e istituzionali escono, come tutta la sua produzione, dai canoni della pura rappresentazione per entrare invece in un ambito evocativo, metaforico, altamente simbolico, in una dimensione che possa restituire, attraverso i riflessi e le ombre, i giochi di luce e i barbagli una possibilità di interazione dello spettatore con l’opera e un ininterrotto dialogo della stessa con l’ambiente circostante, con le variazioni di luce dettate dai diversi momenti del giorno e ovviamente con le strutture architettoniche o il con- testo naturale che andrà ad ospitarle. Le sculture di Helidon Xhixha anche se non vogliono rappresentare nient’altro che se stesse, per la loro complessa vitalità estetica diventano delle fonti inesauribili di stimoli immaginativi e di riflessioni.
Xhixha Helidon
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