Edoardo De Candia (Lecce 1933 – 1992).
Muove i primi passi nell’ambiente artistico leccese assieme agli amici Carmelo Bene, Antonio e Anna Maria Massari, Ugo Tapparini, Tonino Caputo, inizia a dipingere, infatti, sotto l’influenza di Michele Massari (padre di Antonio, suo amico), ma nel ’54 l’incontro con Francesco Saverio Dòdaro, arrivato a Lecce dopo un periodo fra Bologna e Parigi, lo porta su altri versanti pittorici, al punto che i due, su idea di Dòdaro, con un falò bruciano assieme i loro quadri, secondo un rito purificatore che li avrebbe condotti a nuove strade, a nuove ricerche.
L’impatto visivo del colore pare una prerogativa del pittore salentino.
Intanto si rafforza il legame con Dòdaro, Rina Durante e Paola Re (figlia di Geremia Re).
Qualche mese dopo, De Candia è a Milano con Ercole Pignatelli, da qui una breve parentesi a Torino, da Felice Casorati, che lo tiene con sé come allievo. Il ritorno a Milano dove frequenta il Giamaica e gli ambienti artistici della città meneghina, dipinge, entra in contatto con Piero Manzoni e Bruno Cassinari, stringe un buon legame con l’illustratore Giorgio De Gaspari, lo nota Lucio Fontana, il quale gli compra un po’ di disegni, in qualche modo cerca di aiutarlo: ne ha percepito il guizzo, la genialità; fino a che, d’accordo con De Gaspari, trova il modo per mandarlo in Inghilterra, a Londra, presso un College, una buona Accademia d’Arte» (Verri A., Un cavaliere senza terra, 1988). Dopo Londra, espulso dall’accademia, Edoardo De Candia è a Parigi dove frequenta il Caffè Selecta, tenta di tornare a Londra, ma con un foglio di via viene rispedito a Lecce. Alternerà periodi in città, Lecce, a periodi passati in case di fortuna, pagliare e altro, nelle marine del Salento, come luoghi sacrali nei quali dipingere. Testimonianze di un modus operandi e vivendi, che apre alla natura come alla libertà perentoria del segno, sono alcune opere decandiane segnate dalle tracce della pioggia che coglie l’artista nell’atto di dipingere. Edoardo De Candia muore nell’agosto del 1992.
Dalla prima parentesi, quella massariana, legata, in una fase ormai tarda, ancora all’esperienza impressionista (Michele Massari, pittore tardo-impressionista), Edoardo De Candia sarà poi sempre impegnato in una serie di percorsi pittorici che torneranno in maniera quasi circolare nella sua produzione, laddove dal periodo delle marine (che pure tornano di continuo in tutta la sua produzione, fino agli anni ’80) sconfinerà in quello del simbolo e della comunicazione poetico-visuale (come periodo, approssimativo, fra la fine degli anni ’60 e i primi anni ‘70, ma che si è protratta negli anni, tanto che alcune opere realizzate su questo tracciato sconfinano negli anni ’80.